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“Fatta fuori”: Sciagura nel mondo cinematografico | Per l’attrice si scatena il putiferio per la sua taglia XXL

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Cinema – oggi24.it

Un’attrice viene insultata per le sue forme: ecco che cosa ha rivelato. 

Si parla sempre di più di body shaming: si tratta di derisione del corpo altrui. Una vera e propria discriminazione del corpo della persona per il suo aspetto fisico.

Si prende di mira qualsiasi caratteristica fisica: l’adiposità o la magrezza, la statura, la presenza, l’assenza o la cura della peluria corporea, il colore dei capelli, la calvizie e l’acconciatura, la forma e le dimensioni del pene, del seno, del bacino o del sedere, la muscolatura, la presenza o meno di tatuaggi o piercing, o anche malattie e disturbi considerati antiestetici come l’acne e la psoriasi.

Alcuni tipi di body shaming hanno origine antiche nella superstizione popolare, come la discriminazione contro le persone con i capelli rossi (rutilismo) e gli stereotipi verso le persone con capelli biondi (biondismo), altri derivano da mode diffuse in tempi molto recenti, come la grassofobia.

I canoni estetici cambiano al variare dei luoghi e dei tempi e con essi le forme di discriminazione. La derisione del corpo può colpire entrambi i sessi. Sono colpiti specialmente gli adolescenti dal body shaming e sui social i messaggi si amplificano.

L’attrice esclusa dal mondo cinematografico

“Negli anni ho subito una grande trasformazione fisica, sono tornata con il peso nella norma e questo crea difficoltà nell’assegnarmi dei ruoli”: commenta così Nadia Rinaldi ospite de I Lunatici, su RadioRai2. “Nell’immaginario collettivo sono rimasta la cicciottona moglie di De Sica. Sono vittima del pregiudizio di ciò che sono stata in passato. Sono stata bullizzata, quando ero cicciottona, anche da colleghe”, le parole dell’attrice che ha perso 80 kg e oggi ne pesa 66.

Nadia Rinaldi e le dichiarazioni - oggi24.it credit Instagram
Nadia Rinaldi e le dichiarazioni – oggi24.it credit Instagram

“Mi dicevano che non potevo fare questo o quel film. Certi film non potevo farli perché la costumista aveva certi sponsor e non era prevista la mia taglia. E quindi venivo fatta fuori. Però sono cresciuta in quartiere popolare e quindi so difendermi. Il rispetto si porta quando ti viene portato”.

“Oggi è tutto molto più tranquillo, anzi ammiro le ragazze cicciottone che vedo in due pezzi. Io di pezzi me ne mettevo otto e gli unici abiti che trovavo erano i camicioni alla Standa. Oggi anche nella moda c’è più scelta per tutte le taglie. Anche se io sono diventata un po’ la messaggera di come, seguendo determinati percorsi, si possano evitare i problemi che cogli anni derivano dall’obesità”.