Amore e possesso: tutto quello che dovete sapere per evitare la tragedia | Non stare ferma

L’amore non è mai possesso, ma questo credo lo sappiamo tutti. Ecco tutto quello che dovete sapere per evitare tragedie. 

Ma che cos’è allora l’amore? non si può definire in modo semplice anche perché siamo esseri complessi. Mahatma Gandhi diceva che “dove c’è amore c’è vita”. “L’amore è una cosa che brucia che forma un anello di fuoco…” -Johnny Cash-. Alcuni hanno provato a descriverlo con tante citazioni e descrizioni ma che cos’è davvero? Ebbene l’amore è certamente una tempesta chimica composta da neurotrasmettitori come dopamina, serotonina, ossitocina.

L’ossitocina e la vasopressina, prodotte sotto l’effetto dell’innamoramento, stimolano il rilascio di dopamina e generano piacevoli sensazioni legate alla persona che amiamo.

Questo cocktail neurochimico ci fa sentire così bene quando stiamo insieme alla persona a cui siamo legati ma ci fa anche stare male dopo la rottura. L’amore è un insieme di intimità, passione e impegno.

Non è amore invece la dipendenza emotiva dalla persona amata, il desiderio di non deluderla a tutti i costi, la gelosia, il possesso. Ma soprattutto l’amore non è controllo sull’altra persona. Il ricatto emotivo viene utilizzato per ottenere una risposta attesa nell’altro. Nelle prossime righe parleremo meglio di amore e possesso e che cosa implica.

Amore e possesso

Come avete visto dalla televisione, Giulia Cecchettin è stata uccisa dall’ex compagno Filippo Turetta. L’ennesimo femminicidio che si consuma dato che sono oltre 100 dall’inizio del 2023. Le statistiche indicano come il femminicidio, non solo in Italia ma anche in Europa, sia un fenomeno che non accenna a diminuire. la psicologia dell’uomo che commette un femminicidio è in questo modo: controllante, difensore, ricerca l’approvazione e infine è incorporatore.

Le costanti che sono sempre presenti in un episodio di femminicidio sono: un grado di scolarizzazione basso, violenze che l’uomo ha subìto quando era bambino, violenze domestiche cui l’uomo ha avuto modo di assistere da bambino, l’abuso di alcol, una condizione di disparità di genere. A volte però queste cose accadono anche al di fuori di questi episodi.

Cioè questi episodi di violenza nella vita di chi ha deciso di uccidere non ci sono stati, eppure scatta lo stesso qualcosa. Bisogna darsi un obiettivo culturale in primis per arginare e bloccare la spirale della violenza. Le donne devono fare riferimento ai centri antiviolenza anche se le vittime sono stanche di raccontare la loro storia.